Nel mondo dello sport il modo in cui la società percepisce la disabilità è in rapida evoluzione. Talmente rapida che il lessico non riesce a tenerne il passo e a definire univocamente la persona considerata non “normotipica”. Ogni volta che si azzarda un termine che possa essere condiviso, la parola inciampa.
In rapida evoluzione è anche la percezione delle potenzialità psicofisiche dell’uomo capace, soprattutto nelle situazioni di difficoltà, di adottare sempre nuove ed efficaci strategie funzionali, mentre sfumano i confini tra ciò che si riteneva impossibile e ciò che, attraverso la tecnologia e la didattica specializzata, diventa tangibile conquista di ogni giorno. Le implicazioni sono poderose: attraverso la pratica sportiva e il gioco motorio, si potenziano le abilità espressive e relazionali e si modificano gli approcci all’apprendimento e allo sviluppo del talento individuale.
La persona disabile che fa sport oggi è sotto i riflettori dei media perché porta un messaggio inedito e rappresenta un esempio positivo che contagia velocemente soprattutto le nuove generazioni. In prossimità del cono di luce stanno i genitori. Più in disparte, spesso in ombra, le sorelle e i fratelli, a fianco di una presenza che può risultare totalizzante e impegnati a sostenerne nel tempo le aspirazioni e i sogni. A proteggerne il futuro, trasformando i limiti in una risorsa per la comunità. Una sfida aggiuntiva alla loro vita che si ancora agli sguardi fraterni.
Sibling consente di abbracciare, in un’unica parola, sia il genere femminile sia quello maschile. Anche se il termine significa letteralmente sorella e fratello, nel tempo ha assunto il significato specifico di “sorella o fratello di persona con disabilità” e consente di allargare lo sguardo sull’intera famiglia. Lo sguardo e l’azione dei sibling afferrano le opportunità offerte dalla vita. Un universo che proponiamo di osservare da vicino attraverso le fotografie dei partecipanti alle attività sportive e alle iniziative divulgative di Sportund.
SIBLINGS IN SPORT desidera essere segno di sincera riconoscenza a tutte le sorelle e i fratelli e uno strumento per promuovere l’irrinunciabile funzione sociale dello sport.