In attesa di incontrare Manolo a Bologna, proponiamo la recensione che ci ha gentilmente inviato Elisabetta Dell’Olio.
“Ho da poco terminato la lettura del bellissimo libro di Maurizio Zanolla, meglio conosciuto come Manolo.
Il titolo “Eravamo Immortali” è già un’anticipazione del contenuto di questa narrazione che è un inno alla libertà dell’individuo.
Una storia di grande amore per la vita, per l’arrampicata come metafora dell’esistenza stessa volta alla ricerca, all’esplorazione di se stessi e del mondo che ci circonda, di grandi orizzonti da raggiungere anche a costo di sbagliare pur di vivere a fondo il proprio sogno e l’immensa passione che brucia come un fuoco dentro l’anima.
L’autore, in questo suo lavoro, si racconta e lo fa in punta di piedi, con delicate parole e profondo pensiero di violenta espressività emotiva, a tratti struggente come quando descrive il suo rapporto commovente con l’amata madre.
Manolo nasce a Feltre nel 1958 ed è considerato uno dei più fecondi e importanti arrampicatori del mondo.
È stato un pioniere dell’arrampicata libera, in un periodo in cui le montagne si scalavano ancora con gli scarponi e l’imbrago alto, riuscendo ad arrampicare spoglio di qualsiasi mezzo che non fossero le sue mani e suoi piedi.
Nessun mezzo artificiale, nessuna scorciatoia, inseguendo il vento e sentendosi sempre più a suo agio tra appigli e strapiombi affacciati sul vuoto.
Contrariamente all’alpinismo tradizionale, che vede la cima come obiettivo primario, Manolo arrampica per la qualità della scalata in sé, rinunciando anche a proteggersi, pur di mettersi alla prova, per sentire quell’immenso senso di libertà e purezza che solo il superamento dei propri limiti concede. Limiti che, del resto, dovrebbero essere superati in qualsiasi campo.
Il suo talento è grandissimo e le sue imprese eccezionali, tanto da essere soprannominato il “Mago” da Heinz Mariacher, e non solo.
Uomo di grande riservatezza, poco propenso a mettersi in mostra, Manolo non parteciperà mai alle competizioni sportive.
Fin dai primi anni della sua adolescenza sente il bisogno di sfuggire alle regole imposte dalla società: rifugge dalle convenzioni e, grazie ad un amico, scopre le montagne.
Luoghi che all’inizio lo terrorizzavano e che ora rappresentano il mondo meraviglioso dove confrontarsi con se stesso, imparare a conoscersi e a vincere le proprie paure.
Dotato di grande sensibilità, con una visione quasi mistica della montagna, sente nascere dentro di sé un sogno infinito, la necessita di esplorare il proprio universo interiore attraverso la scalata, diventando un visionario e geniale apritore di vie di arrampicata, tra le più belle che la storia ricordi.
Insieme a un gruppo di amici folli, senza soldi e sognatori scanzonati, scalerà e viaggerà in piena sintonia con lo spirito degli anni ’70: anni di sentimenti rivoluzionari che porterà i giovani nelle piazze con la convinzione di poter cambiare il mondo.
Questa stessa voglia di rivoluzione contaminerà anche il mondo dell’arrampicata, dando vita a “mucchi selvaggi” di giovani uomini incantati e liberi.
Eravamo immortali racconta anche di avventure poco conosciute, come quella del Manaslu o del viaggio in pieno stile Hippy sul “Magic Bus” fino in Afghanistan, quando ancora il paese non era dilaniato dalla guerra.
Non è un libro che elenca scalate su vie sempre più difficili ma quasi un romanzo di formazione.
Il sogno, divenuto realtà, di un ragazzo ribelle: il racconto delle sue esperienze più intense.
Dalla ricerca del senso delle cose alla bellezza della gioventù, dall’assunzione dei rischi al come si possa davvero vivere in pieno la propria passione.
Un capolavoro di poesia in prosa. E di poesia ne abbiamo tutti davvero bisogno.
Assolutamente da leggere.”
Laureata in lettere moderne, Elisabetta (nella foto) si dedica alla fotografia e alla stampa in camera oscura.
Arrampicatrice e grande appassionata di montagna, scrive recensioni di libri e articoli sul mondo verticale per il notiziario del Club alpino italiano, sezione di Bologna e si occupa attivamente di eventi dedicati al mondo dell’alpinismo.